In questo periodo, così difficile per ciascuno di noi, ogni nostra azione deve contribuire a limitare la diffusione dell’epidemia. Le imprese perseguono questo obiettivo dotando i lavoratori dei dispositivi di protezione individuali. Mascherine, guanti e indumenti protettivi sono strumenti indispensabili per garantire la nostra salute e quella di chi lavora con noi.
La corretta gestione dei dispositivi di protezione individuale (DPI) dismessi dopo l’uso è un elemento fondamentale per limitare la possibile trasmissione dell’infezione. Mettere in atto ogni cautela nella gestione di rifiuti potenzialmente infetti non è solo un’azione di responsabilità sociale delle imprese ma è anche un preciso obbligo di legge.
Questi dispositivi richiedono dunque uno smaltimento corretto, innanzitutto per evitare i rischi connessi con la gestione di rifiuti potenzialmente infettivi, e poi per minimizzare le ricadute significative a livello ambientale.
ESO, che ha una specifica esperienza nella raccolta e nell’avvio al trattamento di questa tipologia di rifiuti, offre un servizio in grado di raggiungere in poche ore qualsiasi ufficio, negozio, studio o stabilimento in tutta Italia. I dipendenti di ESO, con veicoli aziendali, offrono un servizio di ritiro conforme a tutte le norme applicabili e realizzato con la massima attenzione.
“Per garantire la tutela della salute e dell'ambiente, è opportuno attivarsi con grande prontezza. Ciascuno è chiamato ad agire secondo le proprie competenze e possibilità” - dichiara Nicolas Meletiou, Managing Director di ESO. “Noi da anni ci occupiamo di smaltimento di rifiuti, anche quelli più pericolosi per i quali è necessario mettere in atto procedure attente e rispettando precise indicazioni di legge. Siamo pronti e preparati a gestire questo stato di emergenza, perché è un modus operandi che fa parte, non solo della nostra mission aziendale, ma anche della nostra cultura che si basa sul rispetto e sulla sicurezza per l’uomo e per l’ambiente”.
ESO è nota anche per alcune iniziative di grande impatto, quali “I giardini di Betty” e “La pista di Pietro”. Si tratta di progetti che prevedono il riutilizzo virtuoso del materiale generato dal processo di riciclo di scarpe sportive esauste e di palline da tennis, copertoni e camere d’aria di biciclette. Nel primo caso per la creazione o la riqualificazione di parchi giochi con pavimentazione antitrauma (ne sono stati già realizzati oltre 20 in tutta Italia), nel secondo per la realizzazione di una pista di atletica itinerante. Quest'ultima è stata presentata a settembre al Foro Italico – in occasione dei 40 anni del record del mondo di Pietro Mennea sui 200 metri – grazie anche al sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e al contributo del Credito Sportivo, della Federazione Italiana di Atletica Leggera e di Vibram.